Esce il libro LADIES TROTTO, l'intervista di Cristina Piagneri a SUPERAMARIO ALDERICI.

di Cristina Piagneri.
E’ uscito il libro Ladies Trotto (per info e prenotazioni venetooggi4@gmail.com o 3883587523 sig. Dalla Costa) a cui ha collaborato il grande “prof” del giornalismo ippico italiano Mario Alderici, per tutti Amario, a nostro avviso il più completo conoscitore dell’Italia che trotta. Cosa ti ha spinto a collaborare per scrivere sul mondo in rosa dell’ippica?
“Principalmente la voglia di conoscere la passione che anima queste signore che vediamo in pista o in scuderia ma di cui spesso non conosciamo il background. La realtà attuale vede il mondo femminile sempre più presente nel nostro mondo, sia per quanto riguarda la cura, la gestione e l’allenamento del cavallo sia per quanto riguarda l’allenamento vero e proprio”.
Un tempo era un lavoro prettamente maschile.
“Decisamente, basti pensare che negli anni 70 la prima fantina professionista Tiziana Sozzi fece una protesta eclatante contro la discrimninazione verso le donne nel nostro sport spogliandosi nuda per la rivista Playboy. Con il tempo la curiosità e la diffidenza del pubblico e degli addetti ai lavori è stata sostituita dall’ammirazione quando una lady fa bene in sella o in sulky”.
Quali sono le differenze?
“Non si può generalizzare ma solitamente i modi più pacati di una donna possono risultare più graditi al cavallo e tenerlo più tranquillo rispetto ai modi talvolta più decisi e con voce dal tono più imponente di un uomo”.
La forza fisica, anche qui solitamente, è diversa.
“Concordo con quanto mi disse in un’intervista Monica Gradi che è un fenomeno in sulky e fisicamente non è certo una montagna: se con un cavallo cerchi di importi con la forza non ce la farai mai, perchè lui è diversi quintali più di te, devi farcela usando la testa”.
Secondo te attualmente subisce discriminazioni in pista una donna driver?
“Essendo ormai sempre più le amazzoni in corsa credo che nessuno ci faccia caso durante la competizione, nemmeno i colleghi driver, magari in fasi di corse un po’ concitate ci può essere l’offesa sessista in pista ma credo che tutto si esaurisca con la fine dell’adrenalina in corsa”.
Amario e Cristina Piagneri

Una donna che desidera intraprendere questa carriera, non facile, specialmente in questo periodo in cui l'ippica ha grosse difficoltà, più di un uomo dimostra un coraggio da vendere, forza e determinazione, che ne pensi al riguardo?
“Che tanti sacrifici riescano a farli per un grande e genuino amore verso il nostro amico cavallo”.
Qual é la corsa guidata da una donna che ti ha colpito di più?
“L’amica Barbara Renzulli con Fast Runner in un centrale nel 2006; perchè l’avevo giocato a 10 e perchè Barbara entusiasmò in quei colpi di reni per tutta la retta finale come a voler dare un calcio a un periodo nero; bello quando sul palo, dopo una gran fatica fisica (ha letteralmente sollevato da terra Fast portandolo a braccia al palo) si sdraiò felicissima sul sulky guardando il cielo stellato nel quale sicuramente vedeva l’adorata mamma (che l’aveva lasciata pochi anni prima dopo essere stata la sua prima tifosa) applaudire”.
L’amazzone migliore?
“Non lo so, difficile fare una graduatoria: quella che ha vinto di più nella non facile professione di allenatrice è Barbara Renzulli che ha abbandonato l’attività ma alla quale, pur non vedendola praticamente più, sono legato sia per aver gioito come fan per la sua bravura e le sue vittorie sia perchè siamo quasi coetanei (più vecchio io però) e toscani. Tra le professioniste la simpaticissima e ottima Michela Racca. Per le amazzoni che corrono nella categoria gentlemen resto ancora in Toscana e scelgo Rebecca Dami e Monica Gradi, entrambe composte e corrette ma molto decise, intuitive e grintose in corsa. Al trotto montato, oltre alla già citata Rebecca, la finlandese Marjo Natynki”.
E tra le lad?
“Non avendo più cavalli non ho la possibilità di giudicare, però meriterebbero più risalto (così come gli artieri uomini) con premi dedicati anche a loro che sono di primaria importanza nella carriera del cavallo; se dovessi avere un cavallo la lad che mi piacerebbe che lo accudisse dalla mattina è Viviana Lenzi, la compagna dell’amico Cosimo Palomba, una bella ragazza acqua e sapone che a pelle si capisce da quale grande passione sia animata e la sua serietà e bontà d’animo”.
Tornando a te che sei il giornalista più stimato e più amato nell’ambiente ippico, stimola di più parlare delle amazzoni o fare i pronostici?
“Stimato non da tutti, forse perchè a volte sono anche scomodo nel raccontare le verità del nostro mondo. Comunque intervistare; questa è stata una carellata lunga di lady driver, però credo di riuscire a dare il meglio intervistando e cercando di trasferire al lettore le emozioni che prova un’amazzone o un driver in pista oppure a raccontare la storia di un cavallo o far la cronaca dello spettacolo di una corsa; purtroppo il lettore preferisce il pronostico e quindi cerco un po’ una via di mezzo, tra quello che dovrei fare da giornalista e quello che mi piace scrivere da appassionato, tanto padroni che mi dicono cosa fare e cosa scrivere (a differenza di alcuni colleghi) o interessi da difendere (anche qui come tanta gente che sbrodola complimenti per meri interessi a cui sono legati) non ne ho, sono un freelance veramente free, scrivo per passione e scrivo obbiettivamente ciò che, secondo il mio occhio, è il vero. Fare il giornalista ippico è un po’ come fare la lad o la lady driver: se non hai una passione onesta e sincera è meglio che smetti subito”.

Esce il libro LADIES TROTTO, l'intervista di Cristina Piagneri a SUPERAMARIO ALDERICI.

Aprile 2024
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